Antonino Uccello

Nato a Canicattini Bagni il
13 Settembre 1922 ebbe un'infanzia difficile e travagliata per la morte precoce
del padre Il nonno materno, alle cui cure fu affidato e che egli poi ricorderà
nelle sue opere, dovette, senza dubbio, influenzare la sua personalità, quando
nelle lunghe serate invernali o nelle belle giornate estive gli raccontava
storie e leggende popolari. "La prima nozione di cosmogonia
scriverà più tardi l'ebbi da mio nonno,
analfabeta: La Sicilia è sorretta da tre colonne, che formano la base dei suoi
tre piedi: una colonna è sotto il Faro (Messina), una sotto Pachino e una sotto
Trapani". Si formò così in lui la radice demologica.che egli in seguito con
coscienza e scienza sviluppò e perfezionò con adeguati studi. Avviato agli studi
classici (trascorse qualche anno in seminario), si fece notare dai suoi
insegnanti per le capacità intellettuali e per le ricche letture tra i quali
spiccavano Montale e Quasimodo. Pieno il cuore di sentimenti poetici compose le
sue prime poesie che diede alla stampa grazie all'interessamento dei suoi
compagni di scuola, che, mediante una sottoscrizione, riuscirono a racimolare
quel denaro necessario per pubblicarle. Gli anni del dopoguerra caratterizzati
come è noto, da un notevole risveglio culturale, rappresentano il momento
decisivo nella formazione della sua personalità. Costretto dai tempi e dalle
necessità (Uccello aveva messo su famiglia) dovette lasciare la Sicilia e
trasferirsi in Lombardia compiendo in tal modo quel doppio viaggio tanto ricco
di prospettive nel Nord Italia dove la sua cultura a contatto con uomini di
estrazione culturale diversa dalla sua è un salto all'indietro nei tempo alla
ricerca delle proprie radici che nel timore di perderle voleva custodire con
religiosa devozione. In quel periodo Uccello prese la decisione di ritornare
definitivamente in Sicilia dedicandosi con straordinaria passione agli studi
popolari ne viene fuori così una documentazione unitaria che a tutt'oggi rimane.
Intanto Uccello aveva comprato a Palazzolo Acreide una casa che si adattava
mirabilmente ad accogliere un museo di tradizioni popolari; allora tutti suoi
sforzi ed interessi sono volti alla sistemazione degli oggetti che aveva
raccolto in tanti anni di appassionate ricerche. Finalmente il 27 Settembre 1971
fra Il plauso generale degli studiosi e della gente comune viene aperta la sua
Casa-Museo che diventa ben presto un centro di richiamo turistico ma soprattutto
un centro culturale di notevole importanza per le attività che vi svolgono
durante tutto l'anno. Lo studioso scomparso il 29 Ottobre 1979, appare chiaro
che intensa è stata l'attività di studioso di Uccello che non si concesse mai un
momento di riposo, se, perfino in punto di morte, quando le sue forze stavano
per abbandonano, volle dettare al registratore le sue memorie trentacinque anni
di ricerche e di attività letteraria sono la testimonianza del faticoso cammino
percorso da Uccello per fissare i dati del passato prima che se ne perdesse
definitivamente il ricordo. Ha esplorato ogni angolo della Sicilia portandosi in
luoghi sperduti appena toccati dai segni dell'odierna civiltà, per interrogare
persone semplici e quasi primitive per cogliere gli usi, i costumi, le leggende
e i ricordi della vita.