
- STORIA -
La seconda generazione di Seattle, quella emersa dopo il boom, ha subito trovato negli Alice in Chains i suoi profeti. Il gruppo di Jerry Cantrell è infatti stato il più abile nello sfruttare la moda, sposando le sonorità grunge (quelle più maschie dei Mother Love Bone) ad armonie più facili e in particolare molto melodiche.
Il primo album del 1990, Facelift (Columbia), ricopia gli stereotipi del genere senza sbavature: caanto psicotico (Layne Staley), distorsioni roventi di chitarra (Cantrell), cadenze truculente e marziali (Sean Kinney alla batteria e Michael Starr al basso), ritornelli lenti e feroci. "We die young" è l'hit dell'anno, infarcito di inflessioni Led Zeppelin. Tutti i brani sono abbastanza complessi e rumorosi da indurre in tentazione e colmi di angoscia da acuire il disagio dei ragazzi più frustrati. L'album è abilissimo nel giostrare con i gusti prediletti dal pubblico in quell'epoca, orfano dei Jane's Addiction e appena sedotto dai Soundgarden.
Dopo un EP prevalentemente acustico, Sap, che specula sull'immprovvisa notorietà del gruppo, e dopo aver contribuito con l'eccellente "Would" alla colonna sonora del film "Singles", nel 1992 esce il secondo album, Dirt, ancora una volta pilotato da un singolo di successo, "Them Bones", che riassume l'intera scuola di Seattle, Il resto della raccolta ripete lo stesso rosario di litanie ossessivamene cupe di Facelift ma adottanto sonorità ancor più forti e metalicche, come si conviene a uno dei principali gruppi da classifica del grunge. Il grunge "progressivo" degli Alice in Chains, aperto a riforme armoniche di qualsiasi natura, si erge sempre più come uno dei riferimenti fondamentali della scuola. Ancora una volta la musica letale di questo disco, edificato accordo dopo accordo su citazioni della scuola hard rock, è paranoicamente dedicata al tema della tossicodipendenza.
Nel 1993 Mike Inez (ex collaboratore di Ozzie Osboourne) subentra a Starr e il gruppo registra due brani "What the Hell have i" e "A little better" per la colonna sonora del film Last Action Hero. Nel gennaio 1994 la Columbia pubblica Jar of Flies (debutto direttamente al n° 1 delle classifiche americane), sette brani in formato di Mini Cd che sorprendono per la delicatezza della trama sonora, in un vago e sospeso spazio psichedelico.
Nel 1995 pubblicano Alice in Chains (Omonimo '95), album non di facile ascolto, ma che dopo esservici soffermati rilancia melodie e suoni che perforano la mente e lacerano l'anima...
Del 1996 è l'album Unplugged, dove possiamo apprezzare una perfomance acustica eccellente di pezzi che ripercorrono tutta la discografia ad esclusione di Facelift, più un inedito (Killer is me). L'album è un must per tutti gli estimatori.
Gli Alice in Chains hanno il dono di saper rendere interessante qualsiasi spunto armonico e vantano un cantante fra i più intelligenti e passionali della sua generazione; ma, come in altri casi a Seattle, il loro finisce per essere un sound di "produttore" (nel caso specifico Dave Jerden) più che di "autore".
Le loro liriche (ossessivamente riferite alla droga) hanno destato scalpore e suscitato qualche polemica. Ma Staley ha prontamente ribattuto: "Le nostre canzoni non offrono soluzioni, si limitano a esporre problemi. Sul palco attingo a tutta la rabbia e la confusione che posso. A volte mi faccio paura ma so che se posso affrontare quei problemi sul palco non dovrò viverli in prima persona. Con questo non voglio dire che non mi ubriacherò più e non mi spingerò più oltre il baratro... Mi piace ancora il pericolo... Credo di aver semplicemente imparato a incanarlo meglio... (Musician, febbraio 1993)