- STORIA -

I Soundgarden sono in un certo senso i puristi del grunge di Seattle, quelli che meglio si avvicinano allo stereotipo. All'inizio rappresentavano l'ala "dura" del movimento, quella piu' direttamente influenzata dai Led Zeppelin e piu' vicina all'heavymetal. Dieci anni dopo rappresentano invece uno stile classico, quasi vellutato, quasi barocco, nel quale sono si` presenti le scosse epidermiche dell'hard-rock, ma trasformate in innocue emozioni da salotto. Chris Cornell, cantante monotono, per quanto enfatico, che tenta di rifare il verso a Robert Plant e Ozzy Osbourne (con risultati talvolta strabilianti, talvolta pił deludenti) e soprattutto Kim Thayil, chitarrista alla Page che non lesina fraseggi blues e brucianti staccato, costituiscono l'ossatura del gruppo, anche se un merito non indifferente va alla sezione ritmica (Hiro Yamamoto al basso e Matt Cameron degli Skin Yard alla batteria), forse la componente piu' originale del loro sound. Nell'insieme i Soundgarden forgiano un sound fra i piu' creativi di Seattle, un'alternativa meno ottusa all'heavymetal dozzinale che scala le classifiche alla fine del decennio.

Esordiscono nel 1987 con il 45 giri Hunted Down/ Nothing To Say e l'EP Screaming Life (SubPop), in cui a dominare e' una forma di hardrock psichedelico modulato con il "dark punk" britannico (Entering, Nothing To Say). Il Grand Guignol chitarristico di Thayil definira' uno standard per tutta la scuola di Seattle. A sua volta il tenore di Cornell ridisegna il ruolo del canto nel rock moderno, riportandolo quasi agli eccessi degli anni '50, quando il complesso era soltanto funzione dell'"urlatore".

A farne dei personaggi da culto presso la folla dei funs di Seattle e' l'album Ultramega OK (SST, 1988), una delle pietre miliari del genere, benche' carente di buone canzoni. Le musiche che contano sono soprattutto quelle di Thayil, che scrive l'anthem Flower e la melodica ed incalzante All Your Lies. L'ispirazione di base nasce all'incrocio fra Black Sabbath (la tenebrosa e marziale Beyond The Wheel) e Led Zeppelin (il blues agonizzante di Incessant Mace), mentre sono trascurabili i rimasugli di psichedelia (giusto i brevi intermezzi fra i brani maggiori) e le tracce di punkrock (giusto il thrash satanico di Circle Of Power, con il riff principale in 5/4). Semmai e' molto piu' forte l'impronta blues.

Louder Than Love (A&M, 1989), in cui Cornell prende decisamente il sopravvento in fase compositiva, indugia ulteriormente in muri di suoni banali, enfatici e sguaiati, come Loud Love, Gun, Ugly Truth (il tumulto chitarristico di maggiore effetto), Big Dumb Sex (degna dei Kiss, per riff e machismo), mostrando al tempo stesso una sempre piu' spiccata propensione a imitare la complessita' espressiva e la dinamica armonica dei Led Zeppelin (Get On The Snake, Uncovered, Power Trip), trovando in Hands All Over il giusto equilibrio di urla selvagge, fremiti tellurici e scosse elettriche, come dal manuale di Whole Lotta Love e How Many More Times. Il disco vende tantissime copie e contribuisce a lanciare su scala mondiale il fenomeno del grunge e la scena di Seattle.

Cornell domina anche l'album dei Temple Of The Dog (A&M, 1991), registrato con Gossard e McCready dei Mother Love Bone alle chitarre, Ament al basso (dello stesso gruppo) e Cameron alla batteria. Say Hello To Heaven e' un accorato tributo allo scomparso cantante dei Mother Love Bone, Andrew Wood, un solenne gospel che rimarra' fra i capolavori canori del cantante. Ed e' ancora il suo "shout" bianco a tenere in piedi il lungo blues di Reach Down. Il sound che lo accompagna e' quello dell'hardrock roccioso dei Mother Love Bone, radicato nei blues dei Led Zeppelin (echi di Dazed And Confused in Four Walled World, composta da Gossard), che tocca vertici d'intensita' quasi mistica in Hunger Strike e momenti di commosso epos in Times Of Trouble, il requiem-spiritual definitivo (ancora di Gossard, con Rick Parashar al piano). Opera intrisa di religiosita' profana (Wooden Jesus, con i versi "Wooden Jesus, I'll cut you in twenty percent of my future sin"), in fatto di tensione psicologica e di mera classe strumentale Temple Of The Dog potrebbe persino essere ricordato come il capolavoro dell'intera scuola di Seattle. Mutatis mutandis, e' il Blind Faith della generazione grunge.

Rusty Cage, a passo di galoppo, e la lenta e torturata Outshined sono i classici di Badmotorfinger (A & M, 1991), con il nuovo bassista Ben Shepherd, disco che perfeziona con accordi insoliti, da Sonic Youth, e tempi irregolari, da rock progressivo, uno dei cimeli piu' vendibili di Seattle (mezzo milione di copie nell'arco di un anno). Ma, nonostante le acrobazie un po' patetiche di Cornell, il loro sound e' sempre piu' rigido, freddo, meccanico. Non bastano gli altisonanti allestimenti drammatici di Slaves & Bulldozers e Searching With My Good Eye Closed e il folle e blasfemo galoppo di Jesus Christ Posse a fugare l'impressione che questo repertorio di gesti hardrock si stia citando addosso.

Nel 1993 esce anche il primo disco degli Hater, formazione di John McBain (ex Monster Magnet) che annovera Shepherd, Cameron e Brian Wood (ex Fire Ants), e che evolvera` nei Wellwater Conspiracy.

Il tour de force del 1994, Superunknown, proclama definitivamente i Soundgarden campioni del grunge di Seattle e fra i classici dell'hardrock di sempre. Abbandonando le pose piu' corrivamente heavymetal, e riscoprendo il fascino delle sonorita' gotiche e psichedeliche, il gruppo scrive le pagine piu' lineari e razionali della sua storia, ripulendo il sound di tutti gli eccessi accumulati negli ultimi anni, semplificando al massimo le armonie, comunicando in maniera diretta a "metallari" e non. E' Cornell ad aver preso saldamente il timone della nave, e il suo diktat sembra far bene ai compagni, piu' concentrati ed essenziali del solito. Le stravaganze (come la chitarra stratificata a piu' livelli) sono amalgamate senza traumi in un flusso di suoni scorrevole. Emblematici di questa posata "mezza eta'" artistica sono Head Down, show di maestria strumentale pervaso di psichedelia e di raga-rock, e Black Hole Sun, un lento atmosferico che incorpora l'elettronica minacciosa del "dark punk" britannico. Anche il blues riacquista la sua posizione centrale, ma rallentato e appesantito in maniera orrifica (Mailman) o snellito con variazioni timbriche e ritmiche insolite (Fresh Tendrils). Il limite della musica dei Soundgarden e' sempre lo stesso: quante volte si possono ripetere i riff ipnotici di How Many More Times. Let Me Drown (versione epidermica), la title-track (versione epica) e Spoonman (versione frenetica/ballabile) sono forse i tre brani "classici" dell'album, ma fanno tutti perno attorno a quello stesso schema armonico. Per giunta Limo Wreck e' l'ennesima revisione dei riff cadaverici di Dazed And Confused. Lo stile di Cameron alla batteria cita John Bonham praticamente ad ogni battuta; per non parlare di Thayil, che e' un clone di Jimmy Page. Cornell e' invece diventato la voce davvero originale dei Soundgarden, poiche' la sua maniera di moderno "shouter" puo' dar senso a interi brani, come succede in The Day I Tried To Live, e animare anche le prove piu' sbiadite.

Down On The Upside (A&M, 1996) fa perdere al gruppo le simpatie che Superunknown (e in particolare Black Hole Sun) aveva loro conquistato. Pretty Noose e Ty Cobb sono gli unici brani dotati di un minimo di verve. Le prolisse power-ballad di Blow Up The Outside World e Tighter & Tighter li relegano fra gli amatori del grunge. Burden In My Hand indovina se non altro un intrigante compromesso con il boogie sudista dei Lynyrd Skynyrd.

A Sides (A&M, 1997) e` un'ottima antologia di tutti i singoli del gruppo piu` blasonato di Seattle. Da Screaming Life viene ripescata Nothing To Say. Da Ultramega OK la sola Flower. Da Louder Than Love quelli che furono forse i loro primi classici, Loud Love e Hands All Over, nonche' Get On The Snake. Da Badmotorfinger altre due pietre miliari, Rusty Cage e Outshined, insieme a Jesus Christ Posse (scelta un po' discutibile). Da Superunknown soltanto tre brani: Black Hole Sun, Spoonman, The Day I Tried To Live. Da Down On The Upside, infine, ben quattro: Burden In My Hand, Pretty Noose, Ty Cobb e Blow Up The Outside World. Una nuova traccia, Bleed Together, che si difende bene.

I Soundgarden hanno inventato pochissimo, ma interpretato la musicain modo originale, sfruttando fino in fondo ogni minima inflessione, ogni minimo evento sonoro, di un genere vecchio ed abusato come l'hardrock, hanno coniato uno stile inconfondibile che va incontro alle esigenze di vibrazioni "dure" di un pubblico sempre piu' ampio senza ricorrere ai trucchi da guitti dell'heavymetal.

La loro e' stata soprattutto una testarda rincorsa al raggiungimento di sonoritą profonde, comprensibili dalla massa, una delle piu' premeditate e coscienti dell'intera scuola di Seattle. Il loro vero merito sta forse proprio nell'aver capito, prima ancora dei talent scout e dei critici, il potenziale commerciale della musica che stavano suonando e di aver dato un sensoalle loro emozioni e a quelle suscitate all'ascolto, penetrando in noi per emergere in un pathos crescente e indiscutibilmente maestoso e possente.