ORTIGIA

E' tramonto a quest'ora
tra i vicoli dell'isola
dove si incontrarono i due amanti greci.

Lì, dove porta il vento
fra i capelli
scintille di mare, di cielo, di sole, antichi.

Respira Ortigia
del profumo dell'oleandro,
del mito, degli dei.

E le colonne del tempio.
i palazzi, i giardini.
Vive di glorie la storia.

Ospitò con fare gentile
stranieri potenti,
a volte crudeli.

E le feste, le ferite.

E' tramonto a quest'ora
sullo scoglio accarezzato dal mare
dove il sole gioca col cuore.

Lì dove cresce il papiro
e l'arabo si mischiò al corinzio,
e arrivò lo spagnolo, poi chissà.

Esala Ortigia
di vita infinita,
inebria la mente.

E fra i vicoli
sue vene suoi nervi
c'è chi non sa.

Perse Ortigia
la battaglia col tempo
ma non la dignità.

Adesso è sera nella città del teatro,
del duomo pagano, di Archimede,
ma non dove la fonte a riva i due porti saluta,

lì, l'isola nell'isola non dorme,
solo stanca, coi capelli grigi,
riflette.

Uccello Paolo

26/7/00