Colonia greca, fu fondata nel 734
a.C. da Archia, nobile di Corinto e, secondo il mito, discendente di
Ercole. Favorita dalla sua posizione (al centro del Mediterraneo) con un
porto naturale di notevoli dimensioni, il territorio circostante
fertilissimo, la città, ben presto, si espanse. Già nel 664 a.C.
fondava una prima subcolonia, Akrai ( oggi Palazzolo Acreide ), nel 644 a.C. Kasmenai ed infine nel
599 a.C. Kamarina, tre importanti capisaldi strategici per la difesa del
territorio. I suoi rapporti economici, culturali e morali la condussero
ad uno sviluppo anche urbanistico notevole. Con Dionisio I, il famoso
tiranno, la città divenne una pentapoli (cinque quartieri): l'Isola di
Ortigia era riservata al tiranno, Acradina e Tyche erano a carattere
residenziale, la Neapolis era ricca di edifici monumentali, l'Epipoli,
sull'altopiano a qualche Km. dalla città, aveva una funzione
strategica. A Siracusa convenivano Eschilo, Pindaro, Bacchilide,
Simonide; Platone vi giunse tre volte tentando di realizzare il suo sogno:
La Repubblica dei Filosofi. La città vide, con Epicarmo, la nascita
della Commedia; con Corace e Tisia l'arte del parlare, la retorica; l'arte
del mimo con Sofrone; la poesia bucolica con Tocrito. Fu la patria di
Archimede uno dei più grandi scienziati dell'antichità e diede, inoltre, i
natali anche ad Iceta, l'astronomo che scoprì la rotazione terrestre 2.000
anni prima di Galileo. Con la conquista romana ad opera del console
Marcello nel 212 a.C., la città iniziò la sua lenta decadenza, il pretore
romano Verre la spogliò di tutte le sue ricchezze, la popolazione diminuì
e la città si ridusse all'area di Ortigia e Acradina. Siracusa fu, con
S. Marciano, primo vescovo della città, la sede della prima chiesa
cristiana dopo quella di Antiochia. Con il declino della potenza romana
nel 476, anche Siracusa decadde. Fu saccheggiata dai Franchi nel 278, dai
Goti nel 493. Liberata dai Bizantini nel 535, sembrò dovesse risorgere
ancora; dal 663 al 668 divenne capitale dell'Impero Romano d'Oriente. Ma
tutto ciò durò poco. Infatti fu distrutta ancora una volta dagli Arabi nel
878. Nel 1038 ritornò libera per opera del capitano Bizantino G.
Maniace. Fu conquistata dai Normanni nel 1086; distrutta da un terremoto
nel 1169 passò sotto il dominio svevo dal 1197 al 1266. Fu,
successivamente, angioina, aragonese e castigliana. Dopo il terremoto del
1542, Carlo V degli Asburgo trasformò Ortigia in una cittadella
fortificata. Il terremoto del 1693 apportò gravi danni alla città, che
venne in gran parte ricostruita nello stile di quel tempo, il
Barocco. Fu, quindi, sotto il dominio dei Borboni (1700-1713), dei
Savoia (1713-1718), degli Austriaci (1718-1735), di nuovo sotto i Borboni
(1735-1860), fino all'unità dell'Italia.
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