Aretusa ed Alfeo Deli e Plutone Aci e Galatea Palikos

Miti e Leggende di Sicilia

Le tematiche dei sviluppo dei miti dell'antichità situano la Trinacria al centro delle vicende, che vedono dei, semidei, giganti o strani animali, fruttificati dalla fertile fantasia di poeti, scrittori, storici e filosofi, come propositi esplicativi della realtà oscura, impenetrata, misteriosa.
Non c'è un anfratto, uno scoglio, una fonte, una pietra che non furono vivificati dal meraviglioso mistero dell'irreale.
In quest'Isola tutto è possibile, soprattutto l'inverosimile..
I suoi colori, i suoi odori forti e penetranti, le sue acque dolci e salate penetrano nel profondo dell'animo d'ognuno, sprigionando nell'essere pensieri, idee, altrove impossibili per la mancanza di questi supporti naturali: unici.
Qui, in Sicilia i terremoti sono scuotimenti degli anchilosati coccodrilli, che si celano nelle sue viscere magmatiche; qui, le correnti marine sono mostruosi esseri di nome Scilla e Cariddi; qui, il vino è Marsala o Passito; qui, i ruderi sono la Valle dei Templi di Akragas; qui, i fiori sono zagare, bergamotti, mandorli; qui, le stelle sono stille di luce.
Ma qui la vita è sofferenza, a mala pena sopravvivenza voluta da chissà quale dio pagano, che per millenni vi trovò albergo. Qui, i pensieri non hanno voce e le parole sono flebili sussurri di dolore.
I miti e i racconti affermatisi in tutta la cultura isolana presentano sempre questi elementi fondanti, per cui l'essere umano risulta inesorabilmente avvinto da un fato rio, determinatamente maligno. Esso mirerebbe a compiere una specie di compensazione per bilanciare i misteriosi sussieghi della magnificenza della natura siciliana, che troppo altrimenti darebbe ai suoi figli.
Le esperienze di passate sopraffazioni, subite nei millenni di cui la storia di questa terra è infarcita, hanno generato nell'uomo di Sicilia l'astuzia falsa, con cui egli si ritiene, ingiustamente, al riparo dalle vessazioni dei potenti: un sistema di autodifesa quasi innato, pronto a scattare all'occorenza.
In questa terra niente è degradante, se non l'infamia.
Per il resto tutto è lecito, basti che rientri nei canoni della necessità, anche se contrari alla legge.
La legge rappresenta per il popolo il sotterfugio, dietro cui si nasconde l'autrice mano dei potenti. Essa mira perpetuare il sopruso, cambiando il nulla col niente.
Eppure berrei la cicuta del saggio Socrate o inaugurerei la ghigliottina con la mia testa, piuttosto che lasciare l'Isola coi suoi mostri ciclopici, forse perché ognuno, in cuor suo, è più Poliremo che Ulisse.

Gaspare Scarcella
Miti e Leggende di Sicilia
Brancato Editore @2000